Anime

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Anime, dall'abbreviazione di animēshon (traslitterazione giapponese della parola inglese animation, "animazione"), è un neologismo con cui in Giappone si indicano l'animazione ed i cartoni animati, fino ad allora chiamati dōga eiga (film animato) o manga eiga (film di fumetti), mentre in Occidente viene comunemente utilizzato per indicare le opere di animazione di produzione giapponese.
Gli anime sono potenzialmente indirizzati ad ogni tipo di pubblico, dai bambini, agli adolescenti, agli adulti (vedi me ^_^ ) fino ad arrivare ad una specializzazione del targeting sostanzialmente mutuata da quella esistente per i manga, con anime concepiti per categorie socio-demografiche specifiche quali impiegati, casalinghe, studenti, e via dicendo. Essi, pertanto, possono trattare soggetti, argomenti e generi molto diversi tra loro come amore, avventura, fantascienza, storie per bambini, letteratura, sport, fantasy, erotismo ed altro ancora.



Gli anime possono essere prodotti in diversi format:

  • per la televisione come serie televisive
  • per il mercato home video come original anime video (OAV)
  • per il cinema come lungometraggi, mediometraggi o cortometraggi
  • per internet e la web TV come original net anime (ONA)
In Giappone i format descritti vengono normalmente indicati rispettivamente come TV Anime (TVA), Original Video Anime (OVA), Movie eNET Anime (NETA).



Gli anime, come detto, vengono catalogati in numerosi generi e sottogeneri, così come avviene per i manga, a seconda delle tematiche trattate e del pubblico cui sono destinati. In particolare, si distinguono, a prescindere dall'argomento trattato dal soggetto, le seguenti tipologie di massima:

  • Kodomo – per bambini fino ai 10 anni;
  • Shōjo – per ragazze dai 10 anni fino alla maggiore età;
  • Shōnen – per ragazzi dai 10 anni fino alla maggiore età;
  • Seinen – per un pubblico maschile dai 18 anni in su;
  • Josei (o Rēdisu) - per un pubblico femminile dai 18 anni in su.
Evidentemente, poi, ciascun genere demografico privilegia determinati soggetti rispetto ad altri, per cui un anime che ad esempio tratti di fantascienza sarà più probabilmente uno shōnen che uno shōjo, e così via. È quindi possibile individuare diverse categorie anche in base al soggetto, tuttavia questo tipo di distinzione può rivelarsi fuorviante, laddove spesso un anime può trattare al contempo tematiche differenti.



Ad ogni modo, volendo procedere per completezza ad un'indicazione di massima delle varie categorie di anime individuate secondo un criterio tematico (o "interno"), nell'ambito dei generi demografici sopra detti si può distinguere tra i seguenti sottogeneri:
  • Kodomo o Aniparo – parodie di altri anime, spesso in stile super-deformed;
  • Fantasī – storie fantastiche e fantasy;
  • Shōjo – Josei o Mahō shōjo – storie con protagoniste dotate di poteri magici;
  • Shōjo-ai – storie d'amore tra ragazze;
  • Shōnen-ai – storie d'amore tra ragazzi;
  • Ren'ai – storie d'amore;
  • Romakome – commedie romantiche;
  • Shōnen – Seinen o SF – storie di fantascienza;
  • Mecha – storie di fantascienza incentrate sui robot;
  • Spokon – storie sportive;
  • Meitantei – storie poliziesche;
  • Seinen – Josei o Gekiga – storie drammatiche;
  • Gore, Kyōfu o Horā – storie violente, del terrore o dell'orrore;
  • Suriraa – storie di suspense e azione (gialli);
  • Hentai – storie a carattere pornografico;
  • Ecchi – storie a carattere erotico;
  • Yaoi – erotismo/pornografia omosessuale maschile;
  • Yuri – erotismo/pornografia omosessuale femminile;
  • Lolicon – erotismo/pornografia adolescenziale femminile;
  • Shotacon – erotismo/pornografia adolescenziale maschile.

In Italia, a partire dalla metà degli anni ottanta, l'animazione giapponese ha subito nei passaggi televisivi sulle reti nazionali (RAI e soprattutto Fininvest/Mediaset) una censura sistematica, operata attraverso adattamenti inadeguati, traduzioni superficiali dei copioni originali, giunti talvolta incompleti, tagli e modifiche arbitrarie. A causa di un equivoco culturale di fondo, che in Italia e in Occidente vuole l'animazione rivolta sempre e solo ai bambini, molti anime destinati originariamente ad adulti o adolescenti sono stati infatti adattati forzatamente per una fascia di età infantile.





Il cambiamento di target ha così comportato una revisione, se non talvolta la riscrittura dei dialoghi, per edulcorarli e renderli fruibili da un pubblico molto più giovane, ed il taglio di sequenze o, più raramente, di intere puntate, ritenute non adatte ad una platea infantile. 
I cultori dell'animazione nipponica si sono organizzati in associazioni quali l'ADAM Italia, con l'obiettivo di tutelare l'integrità delle opere e restituirle al pubblico per cui erano state pensate originariamente. In Giappone, come detto, l'animazione è infatti considerata, al pari della cinematografia, una forma d'espressione artistica che può veicolare contenuti d'ogni genere e tipo, destinati a fasce d'età differenziate. 

Info tratte da Wikipedia